Le opere esposte

Un giallo, 1987, acrilici su tavola, alabastrino e piuma di ara, 212,5×120 cm

V PERCORSO

Quintino
SCOLAVINO

Nato nel 1945 a Bagnoli-Irpino (AV), dagli inizi degli anni ‘50 vive a Napoli, dove frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Produttore politecnico-versatile di oggetti in “forma d’arte”, nel 1966 è tra i fondatori del Gruppo Studio P.66, con il quale redige il Manifesto dell’UNIFILM. Protagonista della nuova scultura italiana ed europea, partecipa a numerose esposizioni in Italia e all’estero. Nello stesso periodo collabora alla rivista NO, Nuovo operativo di comunicazione di massa e Cultura di Classe.

Nel 1969 attiva i Cavalletti Relativi, le cui tematiche sono ruotano intorno alla “deformazione del segno”. Dal 1969 al 1975 produce i Servomeccanismi, che introducono la “meccanica dei sensi”. Gli anni ‘80 e ‘90 sono caratterizzati da partecipazioni ad esposizioni collettive in Italia e all’estero, tra cui: A sud dell’Arte, Extrabilia e Paesaggio con rovine.

Orologio ad acqua, presentata presso la Stazione Anton Dhorn di Napoli nel 1995, è la prima di alcune esecuzioni multidisciplinari con l’intervento di artisti, poeti e musicisti, cui seguono quella dell’Osservatorio Astronomico di Napoli e quella del Real Orto Botanico di Napoli nel 1996.

Nel 2000 è tra i protagonisti dell’imponente rassegna internazionale Castelli in aria, curata dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli, con la quale Castel Sant’Elmo apre all’arte contemporanea. Nel 2001 gli viene commissionata una scultura da installare stabilmente presso la stazione Salvator Rosa della Metropolitana di Napoli; per l’occasione realizza Strabico.

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